Il testo che segue è costituito da alcune affermazioni di Giuseppe Maraniello rilasciate nel corso di interviste:
(1997) Ri-flettere è un titolo che è nato dall’idea di realizzare dei contenitori sigillati che custodissero un sapere non espresso: sono tali, infatti, i miei pendoli e le mie anfore in bronzo. Simile è l’ispirazione dell’opera che ho realizzato per Villa delle Rose a Bologna. Un giorno ho trovato in fonderia una “forma” destinata alla fusione con la funzione di coprire la cera, nascondendo così il lavoro che contiene. Una volta che il bronzo, nella fusione, prenderà il posto della cera, questa forma si spaccherà, disgelando l’opera. Mi sono interessato a questa sorta di guscio e ne ho realizzato uno del tutto simile, ma in bronzo. Anche in questo caso si tratta di una scultura che custodisce un pensiero che non trova espressione: ossia, un’opera che genera un’altra opera. “Ri-flettere” è dunque un termine che richiama un momento teorico, ma allo stesso tempo è un “flettere”, un rappresentare.
Nelle tue costellazioni si avverte un’estroversione solare pari almeno all’introversione talvolta ermetica delle tue figurine sempre ambivalenti tra l’umano e l’animale, tra il maschile e il femminile. I tuoi personaggi sono davvero androgini?