Gaspare
Gaspare
2008 – 2012
Tutte le mie opere anteriori al 2008 adesso sono cenere. La cenere è dissoluzione, figlia del divenire, memoria del fuoco, oblio eterno. La creazione è legata all’annullamento. Autoannullamento. È un principio di eterna metamorfosi e rinascita. Essere e divenire non sono in contraddizione.
Il mio rapporto con la storia non è “monumentale”, non è “archeologico”, non è “critico”, ma è “autocritico”. Vivo in ogni istante il tragico gioco dell’arte.
L’arte è una forma di critica, e la critica è una forma d’arte.
La “cleptomania” non è un limite.
Nel ciclo Opera ho amalgamato e stratificato la mia memoria. Ho unito materiali eterogenei (cenere, tempera, acrilico, catrame, carbone…). Trasformo in cenere anche alcune mie opere del presente, insieme a libri, pensieri, frammenti. Oggi è possibile pensare solo per frammenti; l’essere umano è un frammento infinito e solitario.
Usare la cenere per creare nuove opere è un atto più “significativo” che “simbolico”. Analogamente la scelta della forma e del formato.
Il nero non è un colore è una “sintesi”. È una dimensione enigmatica. Nulla originario. Solido nulla. Penso spesso alle teorie astronomiche sui buchi neri.
È difficile ascoltare e capire il proprio silenzio. Il silenzio è necessario come la solitudine.
Il mio pensiero è sempre “materiale”. Metodo e processo sono i miei strumenti per indagare il mistero dello spazio e del tempo.
All my works from before 2008 are now ashes. Ash is dissolution, daughter of transformation, memory of fire, eternal oblivion. Creation is bound to annulment. Self-annulment. It is a principle of eternal metamorphosis and rebirth. There is no contradiction between being and becoming.
My relationship with history is not “monumental”, it is not “archaeological”, it is not “critical”, but it is “self-critical”. I experience in every moment the tragic game of art.
Art is a form of criticism; criticism is a form of art.
“Kleptomania” is not a restriction.
In the cycle Opera I have amalgamated and stratified my own memory. I have combined heterogeneous materials (ashes, tempera, acrylics, tar, charcoal…). I also transform into ashes some of my recent works, together with books, thoughts, fragments. Today, it is only possible to think in fragments; the human being is an infinite and solitary fragment.
Using ash to create new works is an act more “significant” than “symbolic”. The same is true of the choice of form and format.
Black is not a colour; it is a “synthesis”. It is an enigmatic dimension. Nothing original. Nothing solid. I often think about the astronomical theories regarding black holes.
It is difficult to listen to and understand one’s own silence. Silence is as necessary as solitude.
My philosophy is always “material”. Method and process are my tools for investigating the mystery of space and time.
2008 – 2012
Nella serie Grafica (dal greco graphein = scrivere, disegnare, tracciare…) ho cercato di superare i limiti della ragione tramite la ragione. Ho scritto e poi “sovrascritto” ruotando il foglio il medesimo testo (testi di critica d’arte, di biologia, di poesia…). Annullamento e rigenerazione della cultura. È un percorso dall’ordine logico-razionale al caos; un caos che contiene ordine.
In the series Grafica (from the Greek graphein = to write, draw, trace…) I have tried to overcome the limits of reason through reason. I have written and then “over-written”, rotating the paper, the same text (art criticism, biological texts, poetry…). Annulment and regeneration of culture. A path leading from logical-rational order to chaos; a chaos containing order.
2008 – 2012
Fragilità, solitudine, esilio, silenzio, libertà.
Fragility, solitude, exile, silence, freedom.
2011 – 2012
Gaspare: scrivere e sovrascrivere il proprio nome per infinite volte, ruotando il foglio sui quattro lati.
Un caos che contiene ordine. Finito e infinito.
Autoannullamento e rinascita.
Itinerarium mentis in nihilum.
Gaspare: writes and overwrites his own name infinite times, rotating the paper on all four sides.
A chaos containing order. Finite and infinite.
Self-annulment and rebirth.
Itinerarium mentis in nihilum.
2011 – 2012
La serie Art Notes è una variante del ciclo Opera. In questi lavori però ho usato la cenere data dalla distruzione dei miei fogli di appunti artistici e storico-critici. È necessario che la cultura si rigeneri. Eadem mutata resurgo.
The Art Notes series is a variation on the Opera cycle. In these works, however, I have used the ashes deriving from the destruction of my sheets of historical-critical notes. Culture has to regenerate itself. Eadem mutata resurgo.
2012
Il nostro cervello. La nostra natura. Il nostro pensiero.
Our brain. Our nature. Our thinking.
2012
Nel ciclo Corpus Vitrearum ho cercato di raccogliere, con nuovi strumenti, l’essenza della mia ricerca. Mentre realizzavo alcuni lavori su tela o su carta, sempre ottenuti “stratificando” materiali neri eterogenei (tempera, china, acrilico, carbone etc…) ho conservato l’acqua coloratasi di nero durante la prassi operativa e ho bruciato il nuovo lavoro.
Ho raccolto quindi sia l’acqua “nera” sia la cenere di ogni opera e le ho racchiuse in una bottiglia di vetro sigillando e firmando il tappo. Ogni vetro contiene un’altra opera d’arte. È un ulteriore tentativo di distruggere e rigenerare la materia, il tempo e la memoria. Sintesi del processo e del residuo dell’opera. Il liquido contenuto ha una diversa consistenza e composizione in base ai materiali usati per creare il lavoro originario; è interessante anche la complementarietà tra l’acqua scura e la trasparenza del vetro, tra la strana liquidità del contenuto e la solida fragilità del contenitore. Una nuova armonia chimica e fisica. Sangue e carne. Spirito e corpo. Concordia oppositorum.
In the Corpus Vitrearum cycle I have used new instruments in an attempt to capture the essence of my research. During the creation of certain works on canvas or paper, as always through the “stratification” of heterogeneous black materials (tempera, ink, acrylics, charcoal and so on), I kept the water stained black during the process and burnt the new work.
I then harvested both the “black” water and the ashes from each work and enclosed them in a glass bottle, sealing and signing the stopper. Each bottle contains another work of art. This is a further attempt at destroying and regenerating material, time and memory. A synthesis of the process and the residue of the work. The consistency and composition of the liquid contained varies in relation to the materials used to create the original work; the complementarity between the dark water and the transparency of the glass, between the strange liquidity of the contents and the fragile solidity of the container is also interesting. A new chemical and physical harmony. Flesh and blood. Spirit and body. Concordia oppositorum.