Ricomincio da te
RICOMINCIO DA TE
Mostra collettiva
Durata: da sabato 26 ottobre a martedì 24 dicembre 2002
Primo appuntamento della stagione artistica 2002-2003 alla Galleria Melesi e anche primo appuntamento nella nuova sede di Via Mascari, 54 a Lecco.
E’ questa una mostra collettiva che la titolare della galleria, Sabina Melesi, vuole dedicare a Patrizia Frigerio, mancata nel dicembre 2001. Amiche/nemiche, colleghe/concorrenti, hanno lavorato contemporaneamente nella stessa città per più di un decennio proponendo spesso gli stessi artisti.
In segno comunque dell’affetto che c’era Patrizia lascia alla famiglia Melesi il suo nuovo spazio espositivo di Via Mascari con la speranza che venga continuato anche il suo lavoro, le sue scelte artistiche; ecco dunque il perché di questa mostra: una promessa, un impegno da rispettare.
La collettiva vedrà esposti tutti gli artisti a lei cari e che negli anni sono stati spesso contesi dalle due galleriste. Accompagnerà la mostra un catalogo senza testi critici ma solo con i ricordi, i pensieri o i saluti che gli artisti, insieme a Sabina vorranno farle.
Invitati alla mostra:
Maurizio ARCANGELI, Alberto BIASI, Beppe BONETTI, Horacio GARCIA ROSSI, Antonio IEVOLELLA, Julio LE PARC, Giuseppe MARANIELLO, Roman OPALKA, PinoPINELLI, Dimitrij PRIGOV, Tino STEFANONI, Simona UBERTO.
Saranno esposte anche le opere di Hugo DEMARCO (1932-1995) e Jiri KOLAR (1914-2002).
Ciao Patrizia, ricordi l’ultima volta che ci siamo visti? Ti sei mostrata dispiaciuta delle scelte fatte anni addietro. Me ne avevi già parlato un tempo ma senza sottolineare i contrasti con Sabina come motivo per il quale non avevi più lavorato con me. Non avevi perso nulla, ti risposi. D’altronde il tuo tono era tranquillo, del tutto pacificato e abbiamo parlato d’altro, anche di tuo papà Camillo. Lo menzioni sempre quando parli del tuo lavoro e della tua passione per l’arte. Per me è rimasto il dottor Frigerio fin dal tempo in cui per la prima volta si interessò al mio lavoro, nei primi anni sessanta, in occasione mostra Oltre la pittura alla Galleria Cadario di Milano. L’avevo ritrovato dopo vent’anni: venne a Padova con Mario Melesi nel mio studio. Io ricambiai la visita a Lecco. Fu attraverso tuo padre e Mario Melesi che ti conobbi e che iniziai a lavorare con te. Organizzammo una mia personale nella tua prima galleria. Se non erro, si chiamava Ariete. Più che le mie opere ricordo i tuoi occhi lucenti di gioia per il successo e per l’interesse che la mia mostra suscitò. Ci siamo rivisti spesso. Ricordi i nostri incontri in Liguria? Io con Bruna e tu con Mario, si chiacchierava d’arte fin quasi mattina a Santa Margherita o a San Pietro in quel rustico fra gli ulivi sopra Zoagli. Ora, cara Patrizia, so che non ti rivedrò più, ma io non voglio crederci. Per questo ti scrivo e ti parlo. Lo faccio ogniqualvolta scompare una persona che mi è cara. Come quando avevo sei anni: “tua mamma è morta!” cantilenò per dispetto mia cugina Luisa. Non vedevo mia madre da mesi, sapevo che era in ospedale ed in pianto corsi da mia zia. Mi rassicurò che non era vero, che sarebbe ritornata. Il giorno dopo fui portato lontano, a casa di amici. Pur partecipando ai giochi di altri bambini, i miei sensi captarono lugubri rintocchi di campane e in cuor mio compresi. Da quel giorno non ammisi più che mia madre fosse morta e, ogni volta che assisto ad un funerale, mi si bagnano gli occhi e rivivo con lei. Qualcosa di analogo mi succede per le persone care che non ci sono più.
Mi capita anche con te Patrizia. Ti sento presente, tanto più in occasione di questa mostra che Sabina ha fortemente voluto. Ciao
Alberto
Padova, 11.10.2002
Per Patrizia
Sei entrata nel mondo delle gallerie d’arte con una certa goffaggine, forse, e per un capriccio, forse. Tu che eri nata tra opere d’arte importanti; da De Chirico a Fontana, da Lam a Morandi cercavi qualcosa di più (come tutti noi…). Incontrarti significava spesso “scontrarsi” forse per dire entrambi la stessa cosa. Ma una sera, a Brescia o Lecco non ricordo, parlando di Puccini ti sei illuminata. È questo un ricordo che ti voglio dedicare.
Beppe
Settembre 2002
Frigerio, questo cognome mi porta tanti ricordi, dei bei ricordi.
Questo cognome mi fa tornare indietro di trent’anni quando conobbi il dott. Mario Melesi, il dott. Camillo Frigerio e sua figlia Patrizia con i quali divenni molto amico e che tutt’oggi rimangono nel mio cuore.
Horacio
Parigi, 22.09.2002
Quando la morte era un momento della vita, quando la morte era un passaggio da una vita ad un’altra, molti erano i riti che l’uomo celebrava, molti gli oggetti che accompagnavano il trapasso e rimanevano doni muti, a corredo del sonno.
Certo, nel suo incontro con la morte, Patrizia ha lasciato in noi ancor più viva la tensione verso l’espressione artistica.
Quegli oggetti che prima scomparivano nel buio delle tombe ora sono qui, alla luce, nella vita di tutti i giorni. Essi sembrano animarsi di un’emozione, di un’energia, quasi mute testimonianze del rigore e della sensibilità con la quale Patrizia partecipava al mondo dell’arte.
Antonio
Padova, 14.10.2002
C’era il dottor Frigerio, straordinario personaggio, visione acuta per l’arte, entusiasta contagioso.
In seguito c’è stato, con lui, il dottor Melesi e ne è nato un duo di illuminati amatori d’arte.
Poi è comparsa Patrizia con un nuovo entusiasmo, le sue vedute, la sua galleria, le sue attività. E ne è risultato un solido trio.
Contemporaneamente la piccola Sabina si formava al gusto dell’arte.
Oggi (con l’ombra tutelare del padre) ella riprende Via Mascari e mantiene viva nella mia memoria l’immagine del caro dottor Frigerio e di sua figlia Patrizia.
Buona fortuna Sabina!
Julio
Parigi, 29.09.2002
Mi capita spesso di pensare a lei e ancora non riesco a credere che non la rivedrò più, quando questo accade automaticamente penso anche all’ arte, all’amore e alla passione che Patrizia aveva per questa disciplina, ereditata dal padre, e che l’ha accompagnata fino alla fine. L’arte è stato il suo nutrimento, la sua ragione di vita.
Patrizia era una creatura fragile e timorosa, ma anche determinata. La vita con lei è stata ingegnosa: la perdita del padre, la malattia della madre (ignara delle disgrazie che hanno flagellato la famiglia), la morte del fratello e infine la sua. La morte ce l’ha portata via ma l’arte ce la rende perché Patrizia è con noi. L’arte non ce la farà dimenticare e le lacrime che abbiamo versato non sfocheranno il suo ricordo.
Lecco per me è Patrizia. Questa città ha perso con lei una luce, un importante punto di riferimento per l’arte e la cultura.
Grazie Patrizia e grazie per avermi regalato la tua amicizia.
Giuseppe
Milano, 27.09.2002
Cara Patrizia,
mi rammarico di averti conosciuta poco, ma so che hai molto amato l’arte, che, per me, è il modo della bellezza, della libertà, della fantasia. Perciò, per me chi frequenta l’arte non può che essere a sua volta, una persona bella, libera e fantasiosa.
Pino
Milano, 27.09.2002
Cara Sabina,
grazie per il tuo messaggio.
Sono stato molto triste quando, durante la mia ultima visita a Lecco, ho saputo della morte di Patrizia da sua cognata e da Mario.
Peccato, ma essendo tornato a Mosca ieri, ho solo ora letto la tua lettera.
Come ho capito dalla conversazione con Mario, egli intende continuare il lavoro di Patrizia, ed io sono contento di prolungare il mio rapporto con la tua galleria.
Ancora grazie per la tua lettera, i migliori saluti e auguri a Mario.
Dimitrij
Mosca, 22.01.2002
particolare; la prima persona che ha creduto, condiviso e difeso il mio lavoro.
A Patrizia dedico la mia prima mostra personale tenutasi nella sua galleria a Lecco nel 1998
“TU-PERSEMPRE”
Simona
Milano, 13.09.2002