Anni ‘70. La mia attività di artista mi porta seriamente a riflettere su che cosa è proprio della percezione e su cosa invece del significare. La percezione, eliminando tendenzialmente la sensazione, ha bisogno di un momento di riempimento, il quale non può essere prodotto che dalla percezione stessa. Oltre il concetto dell’intenzionalità tento un riempimento visivo dell’intenzionalità.
Ho rinunciato in questa situazione di pittura ad un elemento portante, che è l’impatto di apparizione, e sul piano dimensionale, e sull’uso del colore, che da squillante e luminosissimo, diviene un non colore, in cui il colore è accolto tutto per trasformarsi in “oltre”.