Io parlo ad alta voce
ALESSANDRO VERDI
Io parlo ad alta voce
a cura di Francesca Brambilla
Inaugurazione: sabato 2 aprile 2011 alle ore 18.30 alla presenza dell’artista
Durata: 2 aprile – 1 giugno 2011
Disegnato direttamente da Alessandro Verdi sotto forma di quaderno pittorico il catalogo, con testi di Francesca Brambilla, è disponibile in galleria.
Inserito all’interno degli spazi della galleria, lo studio di Alessandro Verdi viene riproposto in tutte le sue sfaccettature. Agli innumerevoli disegni su carta si accompagnano piccole e grandi tele e gli apprezzati quaderni pittorici. Proposti per la prima volta in Italia dalla stessa Sabina Melesi nell’ultima edizione di Artefiera Bologna, i quaderni hanno trovato grande riscontro da parte di collezionisti e critici.
Punto di partenza del lavoro di Alessandro Verdi, i quaderni ne rivelano l’essenza. Con un fluire libero e in costante divenire, l’idea è quella di catturare il respiro che anima le cose.
Metafora di una grande porta da varcare, una soglia, quella dell’esistere, l’opera di Verdi ingloba chi guarda trascinandolo oltre; dentro un pensiero che trova sempre il suo punto di partenza nella figura umana. Pagina dopo pagina i quaderni (fogli che arrivano a misurare anche cm 100×140) fatti di disegni, dipinti, pensieri calligrafici e visivi che si susseguono pagina dopo pagina, diventano racconto.
Un racconto, quello di Alessandro Verdi, che inizia in una pagina e finisce in quella dopo, all’infinito, quaderno dopo quaderno, sino ad una fine che non si vede mai. Mai concluse, sempre aperte, le immagini rivelano il ritmo, la vitalità, la voglia di svilupparsi, di andare avanti, di riempirsi, presentandosi dinamiche nel loro divenire e compiute nella loro unicità.
A completare l’esposizione la realizzazione degli ambienti di Alessandro Verdi. Fruibili presso lo Spazio Ardea di Lecco, progettati a quattro mani con l’architetto Arturo Montanelli, sono stati pensati dall’artista come luoghi dove chiudere le proprie idee, delimitare il pensiero fluido in una forma chiusa: fisica.
Titolati “Soglia”, gli ambienti, vere e proprie stanze entro le quali si è invitati ad entrare, racchiudono un confine da varcare, soglia di un nuovo mondo: spazio calmo o esplosivo dove ascoltare, insieme al respiro dell’artista, il proprio pensiero.