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Appunti

Simona Uberto

MOVIMENTI DI MOMENTI

di Serena Dal Borgo
Farra d’Alpago, 15 marzo 2010

Ora. Per ora. Momenti. Istanti. In fermo movimento. E’ strano che lì, tra i cerchi, le persone, sedute, in realtà siano in movimento. Parlano. Di momento in momento. Dell’ora. Del qui. Del sempre. Del non so. Parlano del più e del meno. Sorridono, sostano, sostengono, sorreggono. Si alzano, vanno, ritornano. Nei colori, nell’arcobaleno. Nelle aggregazioni. Nel rosso e nel crema. Borse, borsoni a dire, contenere, trattenere segreti, rossetti, taccuini. Aggregazioni. Volti vòlti allo sguardo dell’altro. E occhi. Capelli braccia mani. Insieme. Per un qui, ora e sempre. Nella piazza del luogo del non luogo di tutti i luoghi. Simona toglie taglia riempie. Dà forma vita soffio. Poi si ferma, annusa ascolta annuncia. E vede anime in volo. Una V di ragazzi. Come uno stormo d’uccelli nell’azzurro. Come un volo di gabbiani con le ali nell’andare del cammino. Vede virare i corpi in virgole ginniche di muscoli maestosi un po’ accaldati dalla fatica della calura. Maniche corte. Pantaloncini. Passo lungo. Occhiali scuri a nascondere nel vetro chissà quale segreto. Simona scatta, ferma. Ritorna sulle immagine. Parla a loro. Le ascolta. Racconta e si fa raccontare. Storie giovani, storie vecchie, storie inutili. Allora taglia preme inventa. Non usa ago e filo. Svuota e riempie. Non conosce quei ragazzi, quell’uomo solitario che esce sulla sinistra con lo sguardo rivolto verso il basso. Non sa perché la gamba destra prema così decisa verso l’avvenire. Sa che la folla racchiude tutti i nomi del mondo. Sa che la può annusare nella metropolitana di New York o in quella di Parigi. Sa riconoscere la bontà delle persone dal loro odore. Sa molte cose Simona e ce le dice nelle linee precise della gente. Gente che raccoglie e che non sa di essere raccolta dalle mani di una donna che ridà vita alla vita, nel gioco di un quotidiano tutto proteso nel frenetico respiro del tempo che divora. Ora. Per ora. D’istanti, ora, divenuti eterni.

LAME 2002

Un uomo, un bersaglio – un uomo, un’arma.
Una possibilità che riguarda ognuno di noi.
Ecco sagome di persone qualunque divenire armi, “Lame” che si scagliano su di un muro sordo, rimanendo prigioniere del loro gesto, e nello stesso tempo si trasformano in un facile bersaglio…
Alcune sagome argentate apparentemente innocue e immobili segnano un centro, un punto da cui partire, il loro confine tagliente genera un’ombra ben definita dal sole, a sottolineare un tempo presente che non è immobile e non si riesce a catturare, un tempo per la sosta e per la riflessione. Un fuori tempo per poter vedere oltre.

INTERFERENZE 2003

Il lavoro visualizza alcuni momenti di passaggio dove persone qualunque si incontrano, si scontrano o solo per un attimo si sovrappongono. Energia che può creare una nuova forma di visione. Un’alterazione che intende sottolineare, con il sottile ed irregolare contorno di superficie, la fragilità e delicatezza dell’uomo. L’immagine è tratta da fotografie di persone riprese per la strada, da me ricomposte in ipotetici incontri. Ricalcandone i contorni, intesi come confini, li riproduco all’interno con un segno volutamente irregolare, per sottolineare la complessità, e l’imperfezione di ognuno di noi. Queste “interferenze”, congiunzioni creano un complesso tracciato, dove l’energia può scorrere liberamente e interagire. Il colore bianco è stato scelto per sottolineare l’anonimato dei soggetti, per esaltarne la sospensione e la leggerezza.
L’opera vive distaccata dal muro, attraverso l’ombra che la luce rivela nella sua sospensione.

Simona Uberto
Simona Uberto
Simona Uberto (Artefiera 2007)

MASSE 2008

Un insieme di persone colte nella loro quotidianità e sovrapposte come un collage in incontri casuali di corpi e di sguardi, memorie di un giorno qualunque nel tempo che scorre e ci appartiene, stratificazione di memorie collettive, presenza del gruppo e della forza che sprigiona nel suo insieme.

Simona Uberto Masse

TIME OUT 2013

Time out, Sospensione di tempo.
Una sosta per tutti, questo è l’invito dell’artista Simona Uberto.
Punti d’incontro e di passaggio dove il tempo passato si sovrappone a quello presente. L’opera New York, vuole rivelare un’immagine inconsueta, reale ma allo stesso tempo immaginaria, un altro tempo il nostro… dilatato, tempo del pensiero che ci avvolge e ci sospende per qualche attimo, con il fiato in gola, senza respiro, fluttuanti, come si può percepire nel lavoro X, le persone sembrano galleggiare su ipotetiche zolle di città, o in Tempi paralleli, coppie in pausa fuori dal tempo e dallo spazio definito.
Il punto di vista delle opere è una ripresa a “volo d’uccello”, fuori dai giochi, lontano, con la giusta distanza, per riuscire a vedere, focalizzare, riflettere, prendersi il tempo necessario, osservare…
La stampa su metallo alluminio spazzolato, è presente in tutti i lavori esposti, questa scelta di materiale evidenzia l’idea di un reale vissuto, una superficie graffiata dal vento dove la luce vibra sulla materia. L’idea di un viaggio nella memoria collettiva e nello spazio virtuale del pensiero, è l’invito dell’artista, per ritrovarsi tutti, dopo una breve sosta.

Simona Uberto